Storie di Comunità

17 Dicembre 2006By La RedazioneApprofondimenti

di Beatrice di Giuseppe e Manuela Toraldo

“IL MIO TEMPO…”
Il mio tempo finisce nel nulla,
Dove finisce lo spazio e incomincia il nulla,
Lo spazio è infinito, ma il tempo no.
Per me si è fermato in un attimo
E sono entrato nel nulla”

A. P.

Tempi, luoghi e relazioni in una comunita’ terapeutico riabilitativa.

L’inserimento in una Comunità Terapeutico Riabilitativa rappresenta, per ogni utente, uno specifico segmento del proprio percorso di malattia e di riabilitazione. Può avvenire in concomitanza di uno stallo terapeutico oppure rappresentare un momento di cesura con il passato, in ogni caso segna sempre l’inizio di una nuova fase di vita per ogni utente che, lasciandosi alle spalle un determinato periodo, entra in C.T. con delle aspettative di cambiamento. (altro…)

Come si modifica, nel tempo, la funzione terapeutica gruppale in una Comunità Terapeutica

17 Dicembre 2006By La RedazioneApprofondimenti

di Beatrice di Giuseppe, Giorgio Villa

Continueremo ad esplorare
e alla fine delle nostre esplorazioni
ci troveremo al punto da cui siamo partiti
e conosceremo il posto per la prima volta.

T.S. Eliot

Premessa

E’ risaputo che la funzione terapeutica generale di una Comunità Terapeutica per pazienti schizofrenici, per portatori di gravi disturbi di personalità e per pazienti dalla doppia diagnosi risiede nel suo clima ovvero nella sua capacità di modulare, come un corpo vivente, – sotto il segno di una chiara leadership – gli elementi più legati alla quotidianità con quelli, invece, connessi a settings e dimensioni psicoterapeutiche di tipo per lo più gruppale e, per altro verso, individuale. (altro…)

Il “principio di tutti i principi” e il suo ruolo nella critica husserliana dell’empirismo

31 Ottobre 2006By Maura GancitanoApprofondimenti

“E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”, diceva Einstein. In effetti, siamo stati tutti educati secondo la sterile ripartizione cartesiana del mondo. Ciò che esiste è o qualcosa di fisico o qualcosa di mentale. I fenomeni, così come li intende la fenomenologia, rimangono fuori da questa ripartizione. E’ perciò comprensibile il diffuso scetticismo che circonda tale filosofia, fin dalla sua fondazione.

In fin dei conti, anche Husserl, nell’introduzione al primo libro delle “Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica”, ammette che la fenomenologia sia “una scienza essenzialmente nuova, in virtù della propria pecularità di principio lontana dal modo naturale di pensare”. (altro…)

La psichiatria nei mezzi di comunicazione

28 Ottobre 2006By Cristiano M. GastonApprofondimenti

“Depressione” è un termine ormai di uso corrente, tanto corrente quanto impreciso è diventato il suo alone semantico. Un “googling” improvvisato e privo di ogni presunzione sociologica ci permette di trovare oltre tre milioni di pagine web in italiano che contengono la parola “depressione”, contro un milione e settecentomila che contengono “tristezza” (la prima dell’elenco, neanche a farlo apposta, riporta: “la depressione come forma della tristezza” – e ci risiamo). Come detto, questa indagine svolta dal salotto di casa non dimostra nulla; eppure, tornano i conti con la sensazione diffusa che nessuno si senta più banalmente triste, quando ha la possibilità di definirsi depresso. (altro…)

Galline in fuga!

28 Ottobre 2006By La RedazioneApprofondimenti

Nota: qualche tempo fa ho deciso di utilizzare un film per discutere alcune dinamiche di gruppo nel corso di Psicologia dei gruppi che tenevo a Roma Tre. La scelta, con una certa sorpresa degli studenti, è caduta sullo splendido “Galline in fuga”. Del resto, secondo me i grandi film raccontano grandi storie, anche se a volte per accorgersene bisogna recuperare uno sguardo “limpido” (o, come direbbe Antonio Spadaro, “fresco“). E per gustare una grande storia non è proibito farsi anche due grandi risate. Nel raccontare di recente l’episodio all’amico Andrea Monda, non potevo non confessare di aver ricevuto dal suo articolo una certa ispirazione. Mi sono reso conto che era online, sì, ma non su Asterione, dove invece ha pieno diritto di residenza (l’articolo orginale è su BombaCarta). Eccolo dunque fedelmente riportato.

Cristiano M. Gaston


di Andrea Monda (altro…)

La libertà e l’attendibilità delle informazioni nell’era del WWW

1 Marzo 2006By Cristiano M. GastonApprofondimenti

Quando a metà degli anni Novanta l’estensione del World Wide Web osservò una crescita esponenziale e si estese in egual misura la base di utenti che vi accedevano, apparve subito piuttosto chiaro che con l’aumento delle informazioni disponibili aumentava di pari passo il problema della loro attendibilità.

Nel 1993, data di uscita di NCSA Mosaic (il capostipite dei browser web), i modem avevano raggiunto velocità di 14.400 bit al secondo e prezzi relativamente accessibili, il che era quanto necessario e sufficiente all’apertura definitiva della Rete al grande pubblico (e al suo mercato). La velocità di connessione, la disponibilità di provider, il numero di utenti si incentivarono reciprocamente: a dicembre di quell’anno si contavano già tremila siti web, che sarebbero diventati mezzo milione nel 1996 per raddoppiare l’anno successivo; non si trattò di una semplice crescita, ma di una vera e propria trasformazione: la Rete da prerogativa dei “tecnici” diventava luogo di incontro elettivo fra gli interessi più disparati. (altro…)

Internet e nuove sindromi psichiatriche

26 Dicembre 2005By Cristiano M. GastonApprofondimenti

Pochi fenomeni hanno subito una crescita esponenziale e vertiginosa come quella che ha caratterizzato Internet negli ultimi dieci-quindici anni. Forse sono ancor meno le innovazioni tecnologiche capaci, a così breve distanza dalla loro diffusione iniziale, di entrare nell’uso comune, di cambiare o condizionare la vita quotidiana del cittadino, financo il suo modo di mettersi in relazione con gli altri. L’evoluzione tecnica del mezzo informatico, inoltre, è talmente rapida che spesso l’analisi di un fenomeno si completa quando il fenomeno stesso si è riadattato, trasformato in altro. (altro…)

Big Fish di Tim Burton ed il rapporto tra Dio Padre e l’uomo

6 Novembre 2005By La RedazioneApprofondimenti

di Andrea Monda

A furia di raccontare storie, un uomo diventa una di quelle storie e diventa immortale.

Questa è la battuta finale del film che ne riassume il senso profondo.
Si tratta della stessa affermazione che una volta fece il premio Nobel Eli Wiesel: la gente diventa le storie che sente e le storie che racconta.
L’ultimo film del geniale e poetico regista americano Tim Burton è una splendida occasione per affrontare (tra gli altri) due temi: il tema del racconto e della narrazione e il tema della paternità. (altro…)

Le forme della scrittura nella relazione educativa

8 Maggio 2005By La RedazioneApprofondimenti

di Roberto Fioravanti

Il contributo della fenomenologia

L’esperienza frammentata e ricca di vuoti da riempire, o già dominata da una produzione delirante, è una delle caratteristiche della sintomatologia schizofrenica. Nel fenomeno psichico della scissione della mente, la forma e il contenuto del pensiero cambiano e nei vissuti si producono esperienze che si discostano dalla norma, spesso fino alla disgregazione della personalità. Le storie della zona scura dell’anima e della sofferenza psichica non hanno trovato consenso negli studi psichiatrici che considerano, come oggetto d’indagine, l’uomo prima della malattia psichica. (altro…)

La persona come soggetto dell’esistenza

9 Aprile 2005By Cristiano M. GastonApprofondimenti

La presenza del corpo, la percezione di un tempo in divenire, la relazione con l’alterità sono tre elementi che consideriamo fenomenologicamente dati e anzi costitutivi dell’esistenza stessa. Nel caso di alcune patologie nevrotiche questi elementi non si danno nella loro “naturalezza”, ma appaiono in qualche misura defettuali; abituati al confronto lacerante con la psicosi, con la sua evidenza, con l’angoscia che l’accompagna e la sostiene, rischiamo di non accorgerci di quanto possano essere “defettuali” esistenze congelate nell’incompiutezza, esistenze che sfuggono all’analisi, si nascondono all’evidenza, sono tormentate da un’angoscia sorda ed invisibile. (altro…)